PROMISE HER THE MOON: L'Odore della Nostalgia e la Bellezza del Ricordo

Ti ricordi? Dolce quadro di nostalgia, un palloncino gonfiato, un pennarello appena stappato, tra i banchi di scuola,
la bella ingenuità dell'età. Profumo di memoria. Forse quello che è stato, forse quello che saremo. Il frutto degli anni.
Allunga una mano. È tuo. Sei tu.

 

 

Promessa. Una parola che porta con sé il peso del futuro, la dolcezza dell'attesa, e a volte, l'amarezza del non detto. Ma cosa succede quando una promessa è un profumo? E cosa, se quel profumo ci trascina indietro in un labirinto di ricordi che credevamo perduti?

Benvenuti nel mondo di "Promise Her The Moon".

La Memoria Non È Mai Pura: L'Indecenza del Nostalgico

Quando pensiamo alla nostalgia, immaginiamo cieli azzurri, campi fioriti, il profumo rassicurante della torta della nonna. Ma la memoria è un bugiardo fantastico. È selettiva, corrotta, a volte quasi volgare nella sua capacità di mescolare il sublime con il banale, il dolce con lo strano.

"Promise Her The Moon" non si scusa per questa verità. Non è una cartolina patinata. È una fotografia Polaroid sbiadita, trovata in un vecchio libro, con un'impronta di rossetto sul retro.

Le Note: Un Viaggio Sensoriale nella Mente

Dimenticate le piramidi olfattive classiche che vi portano per mano. Qui, le note non si rivelano; si scontrano, si fondono in un caos controllato.

  • Testa: Il Primo Schiaffo del Ricordo Contaminato.

    • Smalto, Plastica Calda: Un'apertura audace. Non il fiore delicato, ma il sentore chimico e persistente che avvolge i banchi di scuola, l'odore di un nuovo giocattolo. Quella fragranza artificiale che era il segno della "coolness" adolescenziale, della ribellione nelle sue forme più innocue. Il galbano aggiunge un tocco di verde acerbo, quasi metallico, che amplifica questa sensazione di qualcosa di "nuovo" e sintetico.

    • Ylang-Ylang, Limone, Scorza d'Arancia: In mezzo a questa sferzata di "plastica" e "smalto", ecco che irrompe una dolcezza fruttata e floreale, quasi a ricordarci la gioia innocente, la luce del sole di quei pomeriggi. Non è una dolcezza sdolcinata, ma un lampo di vivacità che impedisce alla memoria di cadere nell'abisso della pura chimica.

     

  • Cuore: L'Innocenza Infranta e le Stranezze Celate.

    • Palloncini: Sì, proprio l'odore dei palloncini. Non il profumo festivo dell'aria che contengono, ma il sentore gommoso, polveroso, quasi leggermente metallico del lattice stesso. È una nota che evoca feste finite, sogni sgonfiati, ma anche la giocosità effimera.

    • Pera, Basilico, Gelsomino Sambac, Latte di Fico, Dragon Fruit: E qui, la bellezza della vita si insinua. La pera succosa, il basilico aromatico e inaspettato (un tocco di terra, di realtà), il gelsomino sambac con la sua sensualità indolica (il lato più maturo e meno "ingenuo" della giovinezza), e poi il latte di fico e il dragon fruit. Quest'ultimi portano una dolcezza esotica, quasi aliena, che suggerisce la scoperta di nuovi sapori, nuovi mondi, nuove esperienze che segnano il passaggio dall'infanzia all'età adulta. È un cuore che pulsa tra il familiare e l'ignoto.

  • Fondo: La Memoria Sedimentata, Dolcemente Inquietante.

    • Muschio, Assoluta di Tuberosa, Vaniglia, Oud, Zucchero a Velo: Il profumo si assesta, ma non si addolcisce semplicemente. Il muschio avvolge tutto in un abbraccio intimo e quasi carnale. La tuberosa, la "femme fatale" dei fiori bianchi, emerge con la sua opulenza cremosa e a tratti un po' "sporca", aggiungendo una profondità che va oltre l'ingenuità. La vaniglia e lo zucchero a velo sono la carezza finale, il velo dolce che copre tutte le complessità, ma l'oud... ah, l'oud. Quella nota legnosa, profonda, quasi animale, terrosa. L'oud è il ricordo che non ti molla, l'ombra che si allunga, il sapore della consapevolezza che il tempo è passato e ha lasciato i suoi segni, dolci e amari.

 

Questa non è una fragranza per chi cerca un'aura semplice o rassicurante. È per chi osa indossare la propria complessità, le proprie contraddizioni, la bellezza delle proprie imperfezioni. È per chi non ha paura di riconoscere che la nostalgia ha anche un odore di gomma, di plastica, di quello che è stato perso tanto quanto quello che è stato guadagnato.

È un profumo di memoria, sì. Ma una memoria autentica, non filtrata. Quella che ti fa chiudere gli occhi e sentire un brivido. Quella che ti ricorda la promessa che hai fatto a te stesso, tanto tempo fa, sotto una luna di cui ora senti il profumo.

Allunga una mano. È tuo. Sei tu.

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